Archivio casadio
Alvaro Casadio nel 1942 fotografò ogni angolo di Ravenna per il Piano Regolatore. Un archivio di 50.000 ‘scatti’.

Alvaro Casadio nacque a Ravenna il 13 febbraio 1903 nel Borgo San Rocco dove il padre aveva un negozio da barbiere e la madre gestiva una piccola merceria. Da bambino non aveva più di 12-13 anni, quando il padre gli chiedeva aiuto nel negozio, che nel frattempo aveva trasferito in via Farini (l’attuale via Diaz) Alvaro molto spesso preferiva raggiungere il vicino atelier fotografico di David, fotografo della “vecchia generazione” e zio del famoso giornalista Max David.

Casadio ebbe qui i primissimi contatti con la fotografia, dove il torchietto e le lastre di vetro riuscirono ad affascinarlo tanto che costruì un piccolo laboratorio fotografico nel sottoscala di casa sua. Dopo aver ottenuto, nel 1920, il diploma di Aiutante Ragioniere, incominciò a fare il rappresentante di dolciumi; lavoro che alternava con quello, allora ancora un hobby, di fotografo. Pochi anni dopo Casadio divenne aiutante nell’atelier fotografico di Pietro Bezzi, ubicato in via Farini, che lo introdusse seriamente alla pratica fotografica.

Quando, nel 1923, Casadio si sentì sicuro di aver appreso il mestiere, confidò al maestro di voler aprire un proprio laboratorio; Bezzi se ne risentì a tal punto che da allora i loro rapporti si raffreddarono. Questo fatto non impedì però a Casadio di rilevare parte del laboratorio fotografico del suo maestro quando, alla fine degli anni Venti, Bezzi cessò l’attività.

Nel 1928, abbandonata l’attività di rappresentante, iniziò a lavorare come fotografo aprendo, nel ’33, un proprio laboratorio con commercio di materiale fotografico in pieno centro nell’allora via Roma la breve stra- da tra le piazze XX Settembre e Vittorio Emanuele. A quell’epoca vi erano a Ravenna ben avviati atelier fotografici: Casali, Naglia, Casemurate, e quelli dei più giovani Conti, Trapani, ecc., solo per citarne alcuni, ma all’infuori di David, che ormai non c’era più, si trattava di fotografi da studio e non documentaristici. Per il lavoro fotografico si serviva della famosa marca tedesca leica.

Nel 1934 gli fu affidato, dalla Federazione Fascista Ravennate, l’incarico di fotografo ufficiale per tutte le manifestazioni pub- bliche che avrebbero avuto luogo su tutto il territorio provinciale. Questo incarico gli sarebbe stato assegnato a seguito di un concorso per l’occasione indetto.

Le feste, le ricorrenze, gli anniversari, i genetliaci, le inaugurazioni, i grandi avvenimenti, le adunate, abilmente sfruttati dal fascismo, costituirono, tra il 1934 e il 1943, i temi del lavoro fotografico di Casadio. i soggetti erano militari e bambini, uomini e donne, studenti e operai, borghesi e gentiluomini inquadrati o in divisa che, marciando e cantando, sfilavano per le strade e le piazze di Ravenna, Lugo, Faenza, Cervia e le altre cittadine della Provincia.